

Andare a Tartufi: una Guida per Principianti
Molti sono convinti che per andare a tartufi basti svegliarsi una mattina col desiderio ardente, imbracciare uno zaino, farsi seguire dal proprio cane, e partire per l’avventura…
Niente di più lontano dalla realtà!
Innanzitutto perché per cercare tartufi è necessario possedere un apposito tesserino di abilitazione, rilasciato dal Comune di residenza dietro presentazione dell’attestato certificante il superamento di un esame d’idoneità, da sostenersi di fronte ad una commissione regionale, consistente in una serie di quiz relativi alle caratteristiche delle varie tipologie i tartufi, le tecniche di raccolta, coltivazione dei tartufi e miglioramento delle tartufaie naturali, la legislazione nazionale e regionale vigente, nonché alcune nozioni di micologia, di botanica e di selvicoltura. Per la provincia di Torino sul sito della Città Metropolitana è possible consultare il calendario delle date di esame.
Qualora l’esame, che può essere sostenuto solo da coloro che abbiano già compiuto 14 anni, non dovesse essere superato, sarà necessario attendere altri 12 mesi per poterlo sostenere nuovamente.
Il tesserino ha una validità di 5 anni e può essere rinnovato su richiesta dell’interessato, e prevede il pagamento di una tassa annuale che può variare da Regione a Regione.
E in secondo luogo ci sono da considerare le capacità, che si affineranno solo col tempo e con l’esperienza, e che certo non verranno conferite da un tesserino!
E allora, vediamo qualche dritta per facilitare la vita ai neofiti della ricerca dei tartufi…
Andare a Tartufi… ma dove?
I tartufi dove si trovano? Come trovare i tartufi? Dove cercare i tartufi? Queste sono alcune delle domande più comuni che riceviamo dai nostri lettori
È chiaro che la prima cosa da sapere è dove andare, dal momento che i tartufi non si trovano in tutti i tipi di terreno, non crescono in simbiosi con tutte le piante e, nello specifico, ogni tipo di tartufo predilige un determinato tipo di pianta ed un determinato tipo di terreno.
Dunque, servono amore, passione e curiosità, ma in primis conoscenza….
Eccellenti alberi da tartufo sono:
- Quercia (in particolare rovere, il miglior simbionte per il tartufo bianco pregiato; roverella, in simbiosi con tartufi neri; farnia, che “simbiotizza” sia coi bianchi che coi neri; leccio, ottimo per la produzione di tartufi neri)
- Nocciolo
- Carpino bianco
- Carpino nero
- Castagno
- Pino
- Tiglio
- Pioppo (pioppo cipressino, pioppo tremulo, pioppo carolina
Ma non basta sapere dove crescono i tartufi, bisogna anche considerare la composizione chimica e il grado di umidità del terreno, che deve possedere preferibilmente un ph alcalino, essere molto calcareo, ben areato, privo di ristagni.
Insomma, per un principiante è tutt’altro che semplice!
La cosa auspicabile sarebbe cominciare da una tartufaia.
Ce ne sono di:
- Naturali: nelle quali i tartufi si sviluppano spontaneamente
- Controllate: sempre naturali, ma migliorate con particolari pratiche di coltivazione
- Coltivate: sono quelle dove le piante micorizzate vengono piantate “ex novo”
Anche in questo caso però c’è un problema: si tratta solitamente di zone a proprietà privata, che si tramandano gelosamente di generazione in generazione, per cui è impossibile accedervi!
Meglio allora tornare al bosco, ma senza improvvisazioni, dal momento che si tratta di un habitat non scevro di pericoli: serpenti, insetti, ragni, piante urticanti, disorientamento.
Per quest’ultimo aspetto ci si può affidare al GPS; per evitare punture è necessario vestirsi adeguatamente (calzoni lunghi, scarpe alte, camicia a maniche lunghe, guanti per lo scavo); contro le zecche (sia per sé che per Fido) bisogna dotarsi di appositi spray; per i morsi di vipera un bastone per battere il terreno, pomate di primo soccorso oppure stimolatori elettronici che attenuano la potenza del veleno; per proteggersi dalle spine appositi cosciali.
Il bosco può essere pericoloso anche a causa dell’incuria o inciviltà umane: cocci di vetro o lamiere possono ferire il tartufaio o il cane durante lo scavo: per limitare questi pericoli è bene fermare Fido non appena ha individuato il tartufo e continuare a scavare utilizzando i guanti ad hoc.
E sempre imputabili all’uomo sono le esche avvelenate, altro pericolo considerevole per l’amico a 4zampe: controlla sempre cosa mastica!
Ancor di più è chiaro come si possa essere principianti (tutti lo si è stati) ma come non sia possibile improvvisare…
Cane e Ricerca
Avendolo nominato già diverse volte appare chiaro come si tratti di un binomio indissolubile, quello tra tartufaio e cane.
Ogni razza di cane può essere addestrata per cercare tartufi: una delle più utilizzata è il Lagotto Romagnolo, ma largo impiego trovano anche cani tipicamente da caccia come il Pointer, il Bracco Tedesco o quello Ungherese, oppure i meticci.
La cosa davvero importante è che si tratti di un cane facilmente addestrabile, con una propensione per la cerca e il riporto.
Credete di essere talmente bravi, seppure ancor alle prime armi, da saper trovare tartufi senza cane?
Non solo è assai difficile crederci (!) ma è pure contrario a quanto prescrive la legge.
Avete capito bene: non è possibile cercare tartufi senza cane, e la ragione è attinente ad una questione di protezione ambientale.
Infatti, molto tartufi producono delle sostanze, dette allelochimiche, che impediscono la germinazione di piante ed erbe nei pressi della pianta dove il tartufo cresce, causando delle “bruciate” che permettono di individuare la presenza del bottino.
Tuttavia, alcune piante come il frassino creano false “bruciature” (i cosiddetti falsi pianelli, o anche” cerchio della strega” perché in tempi antichi si pensava che le streghe avessero danzato in quel punto), mentre in altre zone le piogge favoriscono la crescita di piante erbacee che “nascondono” il tartufo: dunque, per evitare di creare buche a “vuoto”, è previsto l’aiuto del 4zampe.
Se il cane è indispensabile, lo stesso dicasi per il conduttore, che ha il compito di:
- avvicinarlo alle zone che possono ospitare tartufaie
- fermare tempestivamente l’animale una volta che ha puntato il tartufo e iniziato a scavare
- ricoprire la buca con la stessa terra per non danneggiare, anche irrimediabilmente, la tartufaia
- non raccogliere tartufi immaturi, per non impedirne la riproduzione (che avviene solo quando il tartufo è giunto a maturazione)
- non oltrepassare i 2kg di raccolto previsti per legge
- esimersi dal cercare tartufi di notte e fuori del periodo consentito (è illegale!).
Altra pratica oggigiorno vietata è la ricerca del tartufo col maiale: molto in voga un tempo (anche perché soprattutto le femmine hanno un ottimo fiuto, e sono in grado di individuare un tartufo anche molto sotterrato), oggi è illegale perché quest’animale scavando molto a fondo e con irruenza finisce col danneggiare le tartufaie (senza considerare che le sue grandi dimensioni rendono scomodo portarlo nei boschi, e la sua ingordigia rende arduo togliergli di bocca il tartufo trovato).
Insomma, alla luce di tutte queste difficoltà, è chiaro che il modo migliore per diventare un tartufaio esperto è andare a tartufi con un familiare che sia del mestiere e possa svelare trucchi e segreti di quest’arte…
Cerca tartufi elettronico
Ma esiste un “naso elettronico” che sia in grado di trovare i tartufi? La risposta ad oggi è NO! Niente è insostituibile allo straordinario fiuto di un cane da tartufi.Su molti siti e forum si trovano discusissioni a riguardo, persone che cercano strumenti elettronici in grado di fiutare il tartufo ma nessuno sembra aver trovato una soluzione, o almeno se qualcuno ha scoperto il modo fa bene a tenerselo ben stretto e di sicuro a non metterlo in vendita su Amazon ;O)
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