

Castelnuovo Don Bosco – tartufi, vino e storia
È nel mese di novembre che a Castelnuovo Don Bosco si svolge la Fiera Regionale del Tartufo, giunta nel 2018 alla sua 18esima edizione.
La manifestazione si caratterizza non solo per la presenza di bancarelle dove vengono presentati tartufi ottimi per quantità e qualità, ma anche per la premiazione dei trifulau, la musica folkloristica, i giochi d’altri tempi per i più piccoli, le esposizioni di moto e mezzi agricoli d’epoca, la dimostrazione dal vivo dell’antica trebbiatura del mais, etc.
Se decidete, come vi consigliamo, di prendere parte alla futura edizione, vi consigliamo di approfittarne anche per conoscere la Terra di Vini e di Santi, così detta per l’abbondanza dei vigneti e di boschi e per i natali dati a S. Giovanni Bosco, S. Giuseppe Cafasso, il beato Giuseppe Allamano, il cardinale Giovanni Cagliero.
La fondazione del comune risale al 1000 quando, come lascia intuire anche il nome, venne eretto un castello in posizione strategica, di cui resta intatta una torre che sovrasta il centro storico.
Centro nel quale, a parte la torre dei Rivalba, si incontrano eleganti palazzi (Palazzo Rivalba, Villa Filippello), chiese barocche e le case natali di San Giuseppe Cafasso e del Beato Allamano.
Turismo spirituale a Castelnuovo Don Bosco e dintorni
Se il vostro è un turismo di tipo religioso non possono mancare una visita alla chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, con facciata settecentesca; alla chiesa del Castello, dedicata alla Madonna della Cintura, patrona del paese; alla chiesa romanica di Santa Maria di Cornareto, che sorge su un colle coperto da vigneti e si affaccia su una vallata; Sant’Eusebio, chiesa romanica che si trova in una zona di fondovalle; S. Maria di Raseto, in frazione Mondonio, caratterizzata dal piccolo portico in cui sostare.
Sempre all’insegna della spiritualità la visita in frazione Becchi, dove migliaia di pellegrini ogni anno visitano:
- la casa di Don Bosco, che lo ospitò fino all’età di 16 anni: conservata così com’era, salvo gli interventi di conservazione, si divide in pochi e poveri ambienti (stalla, cucina, camera della mamma e della suocera, camera dei ragazzi e fienile)
- il santuario Don Bosco, che consta di due chiese sovrapposte, una del 1965 l’altra del 1983: l’edificio è stato costruito in forme classiche, ed è stato talora criticato in quanto la mole massiccia non si integrerebbe bene con il paesaggio circostante costituito da colline dolci ricoperte di vegetazione fitta e vigneti
- il Museo Missionario Salesiano: dedicato al cardinale castelnovese Giovanni Cagliero, capo della prima spedizione missionaria salesiana, ospita reperti etnografici provenienti da ogni parte del mondo
- il Museo Contadino, che espone attrezzi e oggetti comuni legati alla cultura contadina della zona, che è quella nella quale nacque e visse la sua infanzia Don Bosco.
Turismo enogastronomico nel comune di Castelnuovo Don Bosco e in quelli limitrofi
Non di solo tartufo si vive nella zona, anzi le golosità da assaggiare sono davvero tante!
Tra i piatti tipici che vi consigliamo di assaggiare l’antica finanziera, il fritto misto piemontese e la torta d’pum (di mele).
La Finanziera Piemontese è un piatto di origini antiche e povere che ha però sempre trovato sostenitori nell’alta gastronomia (pare fosse una delle passioni culinarie di Cavour).
L’origine del nome resta incerta: deriverebbe dall’abito, chiamato proprio “finanziera”, abitualmente indossato nel 1800 dai banchieri e dagli uomini di alta finanza, ai quali sembra che questo piatto piacesse molto; oppure farebbe riferimento al tributo in natura pagato dai contadini alle guardie (“i finanzieri”) per entrare in città, consistente appunto in frattaglie di polli.
Che tra l’altro, ancora oggi, restano tra gli ingredienti fondamentali, assieme a: creste di pollo, animella di vitello, filetto di manzo, fesa di vitello, filone di vitello; tutti vengono infarinati leggermente, rosolati nel burro e ancora cotti a fuoco lento, unendo funghetti sott’olio, aceto, marsala, e sale.
Altrettanto popolare è l’origine del fritto misto alla piemontese, composto anch’esso primariamente di frattaglie, impanate nel pangrattato e fritte nell’olio.
Nel corso degli anni la preparazione ha subito importanti aggiunte, come quella degli ingredienti dolci, tipo mela e amaretto, e diverse verdure (immancabili, di tradizione, le carote).
E a proposito di dolci non perdete l’assaggio della torta d’pum di Arignano (un paese in provincia di Torino situato sulle colline che da Chieri portano all’Astigiano), una torta di mele casalinga, di origine molto antica, che solitamente veniva preparata per la festa del paese, l’ultima domenica di settembre.
Il dolce utilizza varietà di mele e pere autoctone e viene cotta nella “sietta”, una tortiera di terracotta all’interno di un forno a legna.
Ma con cosa accompagnare tutto questo ben di Dio?
Con i vini locali ovviamente!
Tra i principali DOC ci sono il Freisa d’Asti e il Malvasia di Castelnuovo don Bosco, vino rosso, dolce e aromatico.
E qui ci scatta un bel suggerimento: perché non regalarvi una visita in una cantina della zona?
Ad esempio, la Cantina Terre dei Santi di Castelnuovo don Bosco è organizzata per accogliere gruppi di piccole e grandi dimensioni, sia italiani che internazionali, offrendo un servizio completo, che include visite guidate, degustazioni di vini, un’area verde attrezzata con tavoli e panche.
Dopo un percorso all’interno dell’area di produzione, dove il personale illustra i processi e le fasi fondamentali della vinificazione, presentando le attrezzature e le diverse tecnologie impiegate (tra le grandi vasche originarie del 1953, i moderni vinificatori in acciaio, e l’affascinante barricaia con botti e barriques di rovere), si passa finalmente a degustare i vini prodotti, con l’accompagnamento di alcuni prodotti tipici locali di alta qualità.
Ma se preferite la birra nessun timore: contattate il Birrificio dei Santi, che produce e vende birra artigianale a due passi dal Colle Don Bosco…
E se il problema è dove alloggiare mentre si va alla scoperta del territorio, una buona opzione potrebbe essere un agriturismo.
Proprio a Castelnuovo Don Bosco ad esempio si trova i Rosmarini, una piccola azienda agricola, specializzata nella coltivazione di ortaggi e frutta, che utilizza metodi e piantagioni tradizionali, nel rispetto della salute e dell’ambiente, e che offre, su prenotazione, una cucina che adopera i propri prodotti e la possibilità di pernottamento.
Grande traversata dell’Alto Astigiano
Come smaltire tutto questo cibo?
Camminando a piedi!
Il Sentiero di don Bosco è un percorso che parte da Torino e giunge fino al paese natale del Santo, la cui parte terminale attraversa il territorio dell’Alto Astigiano, in particolare i Comuni di Albugnano, Moncucco Torinese e Castelnuovo don Bosco, su una lunghezza complessiva di quasi 20 km percorribili in circa 6 ore di marcia tranquilla.
La Grande Traversata nasce dall’unione di tre sentieri: il primo noto col nome di Sentiero del Malvasia; il secondo, che dal centro di Castelnuovo don Bosco arriva a Mondonio; e il terzo, che attraverso campi e prati fino alla località Morialdo arriva alla borgata dei Becchi e ai luoghi natali di Don Bosco.
Certo per affrontare l’intera Grande Traversata dell’Alto Astigiano in una sola giornata è auspicabile un minimo di allenamento!
Borgo storico di Mondonio
L’abbiamo già citato a proposito della chiesa di S. Maria di Raseto, questo borgo antico d’impianto medievale è posto al centro dell’areale di valenza naturalistica denominata i “Boschi di Muscandia”.
Se capitate qui il 25 luglio potrete assistere alla processione che si tiene in onore del patrono, san Giacomo il Maggiore, la cui statua viene condotta lungo il percorso del recinto del castello; mentre il primo sabato di maggio si celebra la festività di San Domenico Savio, morto proprio a Mondonio, che consiste in una fiaccolata che parte dalla casetta del Santo e arriva al pilone votivo a lui dedicato nel centro storico.
Approfittatene per visitare:
- il centro storico nel suo complesso
- i resti del castello e la torre dei signori di Mondonio in piazza Balbo
- l’antica casa settecentesca della Comunità di Mondonio in via Municipale
- la parrocchiale settecentesca di santa Maria del Rosario e san Giacomo il Maggiore in piazza Balbo
- la casetta di san Domenico Savio, dove morì, un fabbricato rurale d’impianto settecentesco
- la cappella cinquecentesca di san Rocco
- la cappella ottocentesca di san Sebastiano
- la chiesa romanica di Santa Maria di Raseto
- la Biblioteca dedicata a san Domenico
- l’Antico Forno Comunale in via Municipale
E così si conclude la visita di Castelnuovo Don Bosco e dei suoi confini più prossimi… sperando di aver solleticato la vostra curiosità di conoscere alcuni affascinanti borghi italiani, la cui bellezza risiede anche nell’aver conservato intatti alcuni tratti del passato.
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