Il riccio : cosa mangia,dove vive,riproduzione e fotografie
La fauna boschiva è davvero molto varia e fra questa vi si trova senz’altro il riccio, animaletto tanto carino che piace molto ai bambini. Le specie di riccio sono davvero molte vi è quello dei Balcani, quello dalle Orecchie Lunghe, quello Sudafricano e molte altre sino ad arrivare a 16. Da noi in Italia e in diversi paesi europei come Spagna, Francia, Regno Unito e molti altri si trova il riccio europeo o comune.
Appartiene alla famiglia delle Erinaceidae, è un mammifero notturno ed è l’unico insettivoro che cade in letargo in inverno subito appena sente la prima variazione climatica.
Scopriamo le caratteristiche del riccio europeo, di cosa si nutre, la riproduzione e il suo rapporto l’uomo.

Foto di un riccio appallottolato, posizione che assume per difendersi da possibili predatori.
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Le caratteristiche del riccio
Il riccio europeo (Erinaceus europaeus) o comune è di colore marrone che tende al nero e ha una lunghezza che varia dai 20 ai 30 cm, piuttosto piccolino vero, ma attenzione ai suoi aculei pungenti, che sono per lui fondamentali per la sopravvivenza. Gli aculei del riccio infatti servono per difendersi, in caso di pericolo i muscoli dorsali si attivano e gli permettono di appallottolarsi su se stesso e di drizzare le spine, questo permette al riccio di quasi del tutto invulnerabile.
I ricci hanno sul loro corpo sino a 6000 aculei che variano di colore a seconda della stagione:
- marroncini in autunno inverno
- chiari in primavera estate
Il corpo del riccio è tozzo, con una coda lunga 2,5 cm, il muso è lungo e appuntito, le zampe corte con peli e 5 dita con unghie appuntite. Il peso non supera quasi mai il chilogrammo.
La durata di vita arriva anche sino ai 10 anni, la media è intorno agli 8.
Il riccio vive ai margini dei boschi, nelle campagne e non è raro trovarlo anche ai bordi delle strade o addomesticato.
Vive in tane scavate nella terra e ci una profondità di circa 50 cm, le tane sono la sua “casa” diurna, poiché esce di notte e le utilizza per il suo letargo durante il periodo invernale.
Prima dell’inizio del letargo i ricci si dedicano a grandi abbuffate, riempie la sua tana di provviste e di foglie ed erba secca, queste serviranno loro per avere un comodo riparo e per aumentare la temperatura interna. Ottobre – Aprile è il periodo in cui stanno nel loro rifugio, si raggomitolano e dormono quasi sempre, una sola volta al mese si svegliano per un breve spuntino per poi ritornare a dormire.
Il letargo del riccio è dettato da sensibili variazioni metaboliche, ma soprattutto dall’ipofisi, la ghiandola che stimola il pancreas a produrre insulina. Questo ormone, a sua volta, regola il livello degli zuccheri nel sangue che garantiranno al riccio una buona riserva per sopravvivere durante il letargo.
Alimentazione del riccio
I ricci appartengono alla categoria degli insettivori, infatti si nutrono principalmente di insetti, anche se all’occorrenza si cibano di invertebrati e piccoli rettili, ma essendo onnivori si nutrono anche di funghi, frutta, bacche e ghiande. L’acqua la beve di solito dalle pozzanghere. La caccia al cibo è notturna.
Riccio e riproduzione
La maturità sessuale del riccio arriva intorno al primo anno di età, di solito la stagione degli amori è fra aprile e settembre anche se è influenzata da fattori ambientali: disponibilità di cibo e clima.
Prima dell’accoppiamento vi è un rituale di corteggiamento fra ricci conosciuto col nome di “carosello dei ricci”. Il maschio non sempre viene accettato dalla femmina e dovrà lasciare così il posto ad un suo concorrente.
I preliminari prima dell’accoppiamento durano molto tempo, la femmina abbassa infatti gli aculei e allunga le zampe solo dopo molta insistenza del maschio. L’accoppiamento dura poi solo pochi secondi.
La gestazione dei ricci dura 40 gironi e la nascita avviene in estate nel periodo giugno/settembre. Le riproduzioni possono anche essere due durante il periodo e ognuna va da 3 a 6 cuccioli. Questi ultimi nascono bianchi e nudi senza aculei e ciechi. Dopo qualche giorno escono gli aculei che saranno pungenti e rigidi dopo un mese. A 2 o 3 mesi impareranno ad appallottolarsi per difendersi.
La prole resta con la madre diversi medi anche dopo lo svezzamento.
Riccio e rapporto con l’uomo
Oggi il riccio è divenuto un animale domestico a tutti gli effetti, si possono trovare allevamenti dove acquistarne uno se ha passato i controlli veterinari.
Tenerlo a casa per molti è un’alternativa a cani e gatti, anche se questo animale non ha paura dell’uomo ama comunque i suoi spazi, vuole vivere tranquillo ed è riservato.
Per socializzare con lui basta tenerlo in mano qualche ora al giorno, ma senza esagerare, non ama le manifestazioni d’affetto troppo calorose.
Ricordate che il riccio in cattività ha sempre l’abitudine di uscire di notte e restare rintanato di giorno per questo nel vostro giardino creategli una tana ricca di foglie e rametti perchè si senta a suo agio e protetto.
In merito al nutrimento inoltre attenzione ai croccantini dei gatti se ne avete, perchè pare esserne ghiotto, inoltre lasciategli una ciotola di acqua non troppo piccola, ma neanche troppo grande per evitare che vi cadi dentro.
Se avete deciso di adottare un riccio approfondite tutte le caratteristiche per la sua cura a casa rivolgendovi ad un veterinario esperto, non azzardate il fai da te, sono piccoli animali delicati!
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