

Aglio orsino: dalla cucina alla cosmesi
L’aglio orsino (Allium ursinum) è un’erba spontanea che cresce in ambienti umidi, principalmente nei pressi di ruscelli e boschi ombreggiati. Appartiene alla famiglia delle Liliaceae come i tulipani, i mughetti ed i gigli.
Le origini di questa pianta sono antichissime, pare infatti che fosse già utilizzata nell’alimentazione delle popolazioni celtiche, romane e greche.
Le sue origini sono asiatiche ma si trova ormai ovunque attorno ai 1000 metri sopra il livello del mare, anche in Italia con la sola eccezione della Sardegna.
L’aglio orsino deve il suo nome all’abitudine degli orsi di cibarsene una volta usciti dal letargo. Le sue proprietà sono infatti l’ideale per aiutarli a riattivare le funzioni vitali e ritrovare le forze dopo un così lungo periodo di inattività.
Coltivazione, raccolta ed anche qualche pericolo
Nonostante la sua natura spontanea e la predilezione per terreni calcarei, l’aglio orsino si può coltivare adottando alcune cure. Non va infatti esposto eccessivamente al sole e va evitato il caldo afoso che ne seccherebbe le foglie. Pur necessitando di una giusta frequenza di innaffiatura è necessario evitare il ristagno di acqua.
I semi di aglio orsino vanno interrati tra gennaio e marzo o tra settembre e dicembre.
La semina deve avvenire in vasi di dimensioni non eccessive con terriccio morbido, per poi successivamente travasare le piantine in contenitori di dimensioni via via maggiori.
Si può raccogliere in primavera, tra marzo e aprile, per approfittare del migliore sapore. Bisogna prestare attenzione alla raccolta in quanto la sua somiglianza con piante tossiche come il mughetto o il colchico d’autunno potrebbe rivelare spiacevoli e rischiose sorprese.
I metodi più immediati per riconoscere l’aglio orsino da un suo sosia velenoso è verificare la presenza di odore d’aglio ed osservare il bulbo allungato e sottile.
In caso di dubbi, per evitare la raccolta di aglio selvatico velenoso, il suggerimento è sempre quello di chiedere consiglio ad un esperto.
Le proprietà terapeutiche dell’aglio orsino
All’aglio orsino sono riconosciuti molteplici effetti positivi sul benessere e sulla salute delle persone. Nei paesi nordici ed in Germania, complice il clima favorevole che ne facilita la crescita, viene utilizzato come base di preparazioni officinali.
È infatti ricco di vitamina A, vitamina B e vitamina C, oltre ad avere proprietà diuretiche ed antibiotiche.
Tutte le parti della pianta possono essere utilizzate (bulbi, fiori, foglie e frutti) per ottenere infusi e prodotti per la cosmesi.
Le parti della pianta possono essere tritate e mescolate allo yogurt bianco per ricavarne una maschera di bellezza molto utile in caso di impurità della pelle ed acne.
L’aglio orsino è inoltre in grado di regolarizzare il battito cardiaco, supportare i reni nelle loro funzionalità e combattere la caduta dei capelli. Le sue proprietà depuranti aiutano nel mantenere bassi i livelli di colesterolo cattivo, ridurre le quantità di metalli pesanti nell’organismo e liberarsi dalle sostanze di scarto.
Le donne possono giovare degli effetti benefici dei simil-ormoni che contiene nel fastidioso periodo della menopausa.
Come utilizzare l’aglio orsino in cucina: pesto ma non solo!
Il sapore dell’aglio orsino ricorda molto quello dell’aglio e dell’erba cipollina, pur essendo più delicato e meno persistente.
Bulbi e foglie sono commestibili ed utilizzabili in varie ricette, sia cotti che crudi.
Dalle minestre alle frittate, passando per le insalate ed il condimento di carni, l’aglio orsino è un condimento versatile.
- Uso del bulbo in cucina
Il bulbo dell’aglio orsino, una volta tritato, può sostituire agevolmente il comune aglio come condimento in sughi per la pasta, zuppe e minestre. Si abbina molto bene al pesce, al cous cous ed alle patate - Uso delle foglie in cucina
Le foglie dell’aglio orsino si prestano bene al condimento di insalate miste ma soprattutto alla preparazione di un ottimo pesto. Il suggerimento è di lavare, asciugare e pestare circa 500 grammi di foglie tenere, preferibilmente raccolte prima della fioritura primaverile. Aggiungere 100 grammi di noci tritate, 80 grammi di formaggio grattugiato tipo parmigiano, 250 ml di olio extravergine di oliva, sale e pepe quanto basta. A piacere si può aggiungere olio o parmigiano per ottenere la consistenza più gradita, che deve essere omogenea ed amalgamata, proprio come il più famoso pesto genovese a base di basilico.
Il pesto ottenuto si può conservare in luoghi freschi ed asciutti, in contenitori ermetici versandoci dentro un filo di olio.
Dai fiori si possono ottenere infusi e liquori dal gusto molto particolare.
Due piccole curiosità per i vostri futuri viaggi: nei paesi anglosassoni è diffuso il Cornish Yarg, un formaggio la cui crosta è ricoperta di foglie di aglio selvatico, ed in Turchia non sono rari i formaggi aromatizzati a base di aglio orsino. In molte parti della Svizzera, inoltre, l’aglio orsino viene utilizzato come foraggio. Gli animali che se ne nutrono vengono utilizzati per la produzione di un burro particolarmente gustoso.
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