

Alchechengi: un frutto buono da mangiare, bello da vedere!
Non tutti conoscono l’alchechengi (Physalis alkekengi), una pianta perenne di origine orientale che spesso si incontra durante la ricerca dei tartufi.
Appartiene alla famiglia delle Solanaceae, come le patate ed i pomodori, e produce dei fiori dalla particolare forma a lanterna. Questa caratteristica rende gli alchechengi perfetti per scopi ornamentali.
Il suo nome proviene dalla latinizzazione della parola araba al-kakang che, appunto, significa lanterna cinese.
Può essere definita una pianta rustica ma può essere tranquillamente coltivata in giardino o terrazzo. I piccoli cespugli di cui si compone in autunno donano un frutto dal sapore delizioso.
Bisogna però ricordarsi che le bacche sono le uniche parti commestibili della pianta e che non tutte le varietà di alchechengi producono bacche commestibili!
Se si vuole godere dei suoi gustosissimi frutti bisognerà coltivare:
- L’alchechengi comune, riconoscibile dai fiori arancioni che ricordano le lanterne cinesi
- L’alchechengi giallo-dolce, particolarmente utile in cucina
- L’alchechengi annuale, dal portamento strisciante
Cosa c’è da sapere sulla sua coltivazione e sulla raccolta
L’alchechengi è facilmente coltivabile ma per la sua semina non bisogna dimenticare che si tratta di una pianta annuale.
I semi vanno infatti posati sul finire dell’inverno, meglio se agli inizi di marzo, in un ambiente protetto come un semenzaio.
L’ideale è creare piccoli buchi all’interno di vasetti in cui riporre i semi di alchechengi, ricoprirli con terriccio ed irrigare.
Uno degli ostacoli che si può incontrare è la tendenza al marciume delle radici, motivo per cui va prestata attenzione all’irrigazione due o tre volte alla settimana.
È importante non trascurare la concimazione del terreno durante la fase vegetativa per poi effettuare il trapianto in piena aria delle piantine quando avranno raggiunto i 10 centimetri di altezza ed avranno sviluppato la quarta foglia. Il trapianto va disposto lasciando spazi di almeno 50 centimetri tra le file e le piante.
Il periodo ideale per il trapianto è il mese di aprile per non incappare nelle ultime gelate.
Un suggerimento per ottenere frutti gustosi è quello di concimare con prodotti ricchi di potassio a qualche settimana di distanza dal trapianto.
Predilige i terreni freschi, ben drenati e calcarei e si distingue per una buona resistenza ai parassiti ed alle malattie.
Dal mese di luglio si può procedere alla raccolta ed il momento di massima maturazione si incontra all’inizio di ottobre. In questo periodo infatti la copertura delle bacche sembra della vera e propria carta di riso e lascia intravederne l’interno. La lanterna che caratterizza il fiore inizia a degradarsi regalando uno spettacolo di nervature da non ammirare troppo a lungo, è infatti il segno che il frutto è maturo e va raccolto.
Tutte le proprietà dell’alchechengi
L’alchechengi è un frutto tutto da scoprire dalle molte proprietà benefiche, riconosciuti anche dal Ministero della Salute dal 2010.
La medicina tradizionale cinese già da molto tempo ne utilizza gli effetti depurativi e diuretici in presenza di patologie che causano ristagno di liquidi ed eccesso di acidi urici. Viene pertanto utilizzato in presenza di calcoli renali e gotta.
È inoltre un ottimo antiossidante particolarmente ricco di vitamina C (ne contiene il doppio del limone) molto utile contro le influenze stagionali ed il raffreddore.
Presenta proprietà antibatteriche ed antimicrobiche, i decotti di alchechengi aiutano infatti a sedare la tosse e far sparire il mal di gola.
L’alchechengi è anche un alleato delle donne che lottano contro gli inestetismi della ritenzione idrica ed è molto utile nei casi di infezioni come la cistite.
Le foglie non sono commestibili ma possono essere utilizzate per ricavare impacchi esterni per le infiammazioni cutanee.
Non si evidenziano particolari controindicazioni se non in presenza di allergie alle solanacee ma si raccomanda di consultare il proprio medico nel caso si assumessero farmaci diuretici, i cui effetti potrebbero venire compromessi.
Gli utilizzi in cucina dell’alchechengi
Innanzitutto, va tenuto sempre in mente che le foglie dell’alchechengi sono tossiche e non vanno consumate.
Questa pianta si presta a diverse preparazioni e ricette, sia nella sua forma fresca che in quella essiccata.
Non è semplice trovare in vendita nei supermercati le bacche fresche di alchechengi, si consiglia di cercarle nei mercati rionali o nei negozi specializzati nella vendita di frutta esotica o orientale.
Per quanto riguarda le bacche essiccate sono facilmente reperibili in internet o in erboristeria.
Il sapore dei frutti è agrumato e dolce, si presta molto bene alla preparazione di confetture per preparare crostate o semplicemente gustare sulle fette biscottate.
Le bacche sono possono essere aggiunte alle macedonie di frutta o immerse nel cioccolato per delle gustose merende.
Portando a bollore dell’acqua e lasciando in infusione 60 grammi di bacche per ogni litro di acqua si ottiene un infuso dall’effetto diuretico e purificante.
Si può sfruttare la versatilità dell’alchechengi anche per preparare degli innovativi piatti salati.
Per stupire i vostri commensali con un primo piatto da leccarsi i baffi, far appassire in padella un po’ di porro tagliato sottile con dell’acqua. Aggiungere a piacere del guanciale o della pancetta, lasciare soffriggere ed aggiungere un tocco di alchechengi. Una volta ottenuta la consistenza desiderata condire la pasta con questa particolare salsa, un filo di olio, un po’ di pepe ed una cascata di formaggio stagionato grattugiato.
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