

La presenza della nutria in Italia: ricchezza faunistica o disdetta ambientale?
Adrenalina a mille, ricerca, fatica, meticolosità, e ore (tante) spese… ma cosa accade se il premio così ambito, il prezioso tartufo scovato, non è perfetto?
È più che probabile che siamo stati preceduti “da altri”, che potrebbero avere le sembianze di una lumaca, di un istrice, di un cinghiale, di un capriolo, di un topo o di una nutria.
Andiamo a scoprire proprio dove vive, cosa mangia, e quali sono le caratteristiche della nutria in Italia…
Introdotta nel nostro Paese, e precisamente in Piemonte, a partire dal 1920 per utilizzare la pelliccia di nutria, con la crisi del settore e la chiusura di numerose aziende, si pensò bene, per evitare i costi di abbattimento degli animali degli allevamenti, di liberarli in natura.
Risultato?
Essendo robuste, prolifiche, e dalle grandi capacità di adattamento, le nutrie hanno finito col colonizzare diversi ambienti, diffondendosi ampiamente nel centro e nord Italia, ma (in numero decisamente più contenuto) anche al sud e nelle isole.
Gli ambienti preferiti sono quelli acquatici, trattandosi di una grande nuotatrice (come d’altronde il castoro, cui somiglia):quella che spesso viene anche chiamata pantegana nutria la si trova dunque in prossimità di fiumi, laghi e zone paludose.
Esistono all’incirca 200 varietà di nutrie, la cui differenza più macroscopica consiste nel colore. Quelle più frequentemente osservabili in Italia sono la bruna, la nutria albina (o bianca), quella groenlandia chiaro e la oro-marrone (che è poi il colore originario della primigenia introdotta in Italia); decisamente più rara dalle nostre parti la nutria nera e tutte le altre gradazioni, come l’ambra-oro, la mosaico, la bluastra, la pastello, l’acciaio-oro, la groenlandia scuro e la perla.

Fotografia di una rara nutria albina (conosciuta anche come nutria bianca)
La nutria gigante: peso e dimensioni delle nutrie
In quanto alle dimensioni della nutria, si parla di una lunghezza di 40-60 cm per circa 7-10 kg di peso, con testa grossa e muso corto, e una coda di 30-45 cm di forma cilindrica con peli radi, zampe sono corte a cinque dita, e membrana natatoria che l’agevola nella sua attività prediletta che, come si diceva, è il nuoto.
E’possibile talvota incontrare anche delle nutrie giganti ,visto che il peso maggiore che sia stato registrato è di, udite udite, 17 chili!!!

La nutria in Italia: le accuse che le vengono mosse…
Due paiono essere fondamentalmente i problemi che questo animale crea.
Il primo sarebbe di natura sanitaria, dal momento che alcuni esemplari sono stati trovati positivi al virus della leptospirosi (anche se, a onor del vero, gli esperti del Ministero dell’Ambiente minimizzano fortemente il suo ruolo di diffusore ambientale dell’infezione).
Il secondo riguarderebbe il cibo di cui si nutre: l’alimentazione della nutria infatti non consiste solo di alghe e piante acquatiche, molluschi e anguille, ma di tutta una serie di prodotti di origine vegetale, come tuberi (eccolo qua il nostro prezioso tartufo!), erbe, radici, barbabietole, soia, ortaggi, riso, grano, mais.
Ecco perché agli agricoltori (e ai raccoglitori di tartufi) non è propriamente simpatica!
Certo, da qui ad adottare alcune contromisure ce ne passa…
Come ad esempio quella dell’abbattimento (indiscriminato) tentata più volte nel nostro Paese e rivelatasi sempre infruttuoso.
Addirittura, dal 2014 al febbraio del 2016 ne fu consentita la caccia, mentre attualmente si tratta di una specie non cacciabile.
Ma non ci sconfinfera particolarmente nemmeno l’idea di mangiarla (provocatoriamente proposta dal sindaco di Gerre de’ Caprioli), nonostante la nutria sia commestibile: d’altronde è spesso presente nella cucina cajun tipica della Louisiana, come in quella di altre zone del Centro e del Sud America, e in passato anche in quella dell’Europa rurale.
Molto meglio, chiaramente, procedere con dei progetti, come quelli attualmente in corso, di controllo delle colonie tramite sterilizzazione.
Altra accusa: gli attacchi della nutria al cane e all’uomo
Ma non sarebbero solo quelle appena citate “le colpe” di questo animale.

Le nutrie possono essere pericolose? A proposito della circostanza degli attacchi a cani e uomo preferiamo attenerci ad alcune notizie scovate sui giornali, cercando di essere il più possibile obiettivi e di non creare allarmismi o falsi miti (negativi) intorno a questo animale:
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3 aprile 2015: ilgiorno.it/legnano riferisce di un attacco avvenuto nelle campagne che circondano Abbiategrasso, nei pressi di Albairate. La particolarità di questa vicenda consiste non tanto nell’attacco subito dal cane di Piero N. (che viene morso a un labbro), dal momento che le nutrie non scappano quando vengono attaccate dai quattro-zampe, ma anzi reagiscono, quanto piuttosto nel tentativo, riferito dallo stesso protagonista, di attacco a lui rivolto. Da quel che si sa, è la prima volta che una nutria tenta di attaccare un essere umano
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04 febbraio 2016: polesine24.it/rovigo riporta il caso di Greg, un cane morso da una nutria lungo l’Adigetto, e salvato solo grazie all’intervento del veterinario che ha trattato come d’occorrenza i due buchi molto profondi lasciati sulla coscia del peloso, e scongiurando il rischio concreto di infezioni pericolose.
Il professionista in questione, dottor Luciano Tarricone, veterinario dell’Ulss 18, lancia anche un allarme, sottolineando come questi animali possano arrivare ad uccidere, persino l’uomo, essendo dotati di denti lunghi cinque centimetri e riuscendo ad alzarsi in posizione eretta quando minacciate -
24 gennaio 2017: laprovinciapavese.gelocal.it/pavia racconta il caso di una donna, la trentunenne Serena Casali, che a spasso per le campagne di Chignolo Po, è stata ferita ad una mano e una gamba perché accorda in difesa del suo piccolo meticcio che aveva inseguito una nutria che, sentendosi in pericolo, è diventata aggressiva. Umana e peloso stanno bene, ma dovranno comunque sottoporsi alle profilassi anti-leptospirosi.
A onor del vero, e per amore della completezza, abbiamo trovato in rete anche notizie di segno completamente opposto, e come ovvio le riportiamo.
Il biologo Samuele Venturini, in un suo breve saggio sulla nutria in Italia, risponde in modo chiaro ad alcune domande:
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“Nell’alimentazione della nutria rientrano anche uccelli, cani, gatti, topi, ratti, uova, galline, ecc.? e comunque e solita attaccarli?”
“NO, essendo la nutria prettamente vegetariana (al massimo potrebbe cibarsi di piccoli molluschi e/o crostacei) … La Nutria inoltre non ha la dentatura per mangiare carne bensì solo ed esclusivamente vegetali in quanto presenta il diastema tra gli incisivi e i molari. Inoltre è un animale molto docile e assolutamente non aggressivo, difatti l’unica sua difesa è la fuga ed è impossibile che attacchi altri animali. Solo se alle strette si difende, ma questa sua difesa è dovuta al fatto che cani e altri animali la stanno importunando. Potrebbe creare disturbi alla nidificazione degli uccelli acquatici a causa del calpestamento dei nidi. In questi casi però gli uccelli tenderanno a spostarsi”.
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“La Nutria salta al collo è morde?”
“NO! La Nutria non morde né l’uomo né gli altri animali. Solo se si trova in condizioni particolari (in gabbia per esempio) tenta di difendersi, come qualunque altro animale”.
D’altronde anche sul sito gabbievuote.it si legge che:
La nutria non morde l’uomo né gli altri animali, anzi sono i cani che attaccano le nutrie in quanto prede e, in quanto tali hanno, come prima arma di difesa, la fuga. Se questa non è possibile assumono diversi atteggiamenti di salvaguardia che configurano il comportamento naturale insito in tutti gli animali, uomo compreso… In questo caso la nutria affronta il provocatore soffiando, inarcando la schiena, mostrando i denti e tentando di mordere.
Come allontanare una nutria senza arrecarle danno
E allora come è opportuno comportarsi?
Sono solo due le cose che possiamo fare.
La prima è prevenire la presenza dell’animale, cercando di evitare di creare un habitat favorevole.
Per cui, se abbiamo un orto, installiamo delle reti antitalpa o antinutria, con la giusta griglia e spessore, provvedendo a posizionarle a 50 cm di profondità lungo il perimetro, per evitare che gli animali entrino da tunnel scavati sottoterra.
La seconda cosa è di adoperare dei repellenti: ovviamente non quelli tossici e velenosi, ma dei prodotti naturali a base di essenze specifiche che infastidiscono l’animale e lo tengono lontano, e che sono commercializzati in cubetti di gel. In questo modo non si nuocerà a nessun essere vivente, e nemmeno all’ambiente.
Altri tipi di interventi, più decisivi e risolutivi, possono essere pianificati ed effettuati solo dalle pubbliche amministrazioni.
A tal proposito, si sappia che si tratta di un animale che scava fossati SOLO se il territorio non gli offre spontaneamente riparo, per cui è costretto a scavare la propria tana nell’argine per poter sopravvivere alle condizioni climatiche e mettersi al riparo dai predatori. E ciò avviene quando si ha un eccessivo diserbo degli argini e una mancanza di piantumazione delle sponde.
Già questi due aspetti, assieme ad un ambiente sano, alla presenza di fasce boscate, di tratti incolti, etc., consentirebbe di mitigare efficacemente gli impatti sia sulla predazione della selvaggina o degli animali da cortile, sia sulle infrastrutture e sull’attività agricola.
Perché, vale la pena di ricordarlo ancora una volta, la caccia e l’uccisione della nutria in Italia sono vietate…
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